domenica 27 marzo 2016

La guerra delle campane


Adesso parliamo di guerra, piccoli. 
Si, ma di Guerra delle Campane.

C’era una volta una guerra, una grande e terribile guerra, che faceva morire molti soldati da una parte e dall’altra. Noi stavamo di qua e i nostri nemici stavano di là, e ci sparavano addosso giorno e notte, ma la guerra era tanto lunga che a un certo punto ci venne a mancare il bronzo per i cannoni, non avevamo più ferro per le baionette, eccetera.
Il nostro comandante, lo Stragenerale Bombone Sparone Pestafracassone, ordinò di tirar giù tutte le campane dai campanili e di fonderle tutte insieme per fabbricare un grossissimo cannone: uno solo, ma grosso abbastanza da vincere tutta la guerra con un sol colpo.
A sollevare quel cannone ci vollero centomila grù; per trasportarlo al fronte ci vollero novantasette treni. Lo Stragenerale si fregava le mani per la contentezza e diceva: “Quando il mio cannone sparerà i nemici scapperanno fin sulla luna”.
Ecco il gran momento. Il cannonissimo era puntato sui nemici. Noi ci eravamo riempiti le orecchie di ovatta, perchè il frastuono poteva romperci i timpani e la tromba di Eustachio.
Lo Stragenerale Bombone Sparone Pestafracassone ordinò: “Fuoco!”
Un artigliere premette un pulsante. E d’improvviso, da un capo all’altro del fronte, si udì un gigantesco scampanio: Din! Don! Dan!
Noi ci levammo l’ovatta dalle orecchie per sentir meglio.
“Din! Don! Dan!, tuonava il cannonissimo. E centomila echi ripetevano per monti e per valli:
“Din! Don! Dan!
“Fuoco!” gridò lo Stragenerale per la seconda volta: “Fuoco, perbacco!”
L’artigliere premette nuovamente il pulsante e di nuovo un festoso concerto di campane si diffuse di trincea in tricea. Pareva che suonassero insieme tutte le campane della nostro patria. Lo Stragenerale si strappava i capelli per la rabbia e continuò a strapparseli fin che gliene rimase uno solo.
Poi ci fu un momento di silenzio. Ed ecco che dall’altra parte del fronte, come per un segnale, rispose un allegro, assordante: Din! Don! Dan!
Perchè dovete sapere che anche il comandate dei nemici, il Mortesciallo Von Bombonen Sparonen Pestrafrakasson, aveva avuto l’idea di fabbricare un connonissimo con le campane del suo paese!
Din! Dan! Tuonava adesso il nostro cannone.
Don! Rispondeva quello dei nemici. E i soldati dei due eserciti balzavano dalle trincee, si correvano incontro, ballavano e gridavano: “Le campane, le campane! E’ festa! E’ scoppiata la pace!”
Lo Stragenerale e il Mortesciallo salirono sulle loro automobili e corsero lontano, e consumarono tutta la benzina, ma il suono delle campane li inseguiva ancora.

Buona Pasqua, piccoli
La nonna

sabato 26 marzo 2016

Cinque papere per voi

Buonasera bambini, 
stasera abbiamo un amico nuovo, Dobbiamo fargli "vedere le papere" perchè i suoi nonni sono impegnati in questi giorni. 
Voi ci siete ad accogliere un nuovo amico? 
Bene, amico nuovo, qui ci sono le paperelle preferite da Cheche e Gilda. 
E da stasera, sono sicura, anche le tue


La nonna

martedì 22 marzo 2016

Vorrei essere una tartaruga

Piccolini, 
oggi mentre bambini piccoli come voi, mamme papà, nonni, zii e zie si recavano a scuola, al lavoro, a passeggio, a fare la spesa o forse solo a comprare un libro o un dolcino, hanno incontrato sulla loro strada delle persone cattive, che hanno pensato di farsi esplodere trasformandosi essi stessi in bombe, per uccidere tutti coloro che erano intorno. 
Questo non è bene, Non è giusto ed è incomprensibile e difficile da spiegare. 

Noi dobbiamo lavorare per la pace, insegnare l'amore. 
Io vorrei essere una tartaruga per offrirvi la casetta in cui trovare rifugio. 
Però sono ottimista. Ce la faremo.
Buonanotte, cuccioli.

La nonna